Marrakech fino al 26 marzo si trasforma nella capitale della distillazione del fiore di zagara.
Un piccolo festival che si rinnova da 12 anni porta sotto i riflettori la ‘Zahria’, la distillazione dei fiori d’arancio.
Una pratica che si tramanda di madre in figlia e si compie in ogni casa proprio in questo periodo, per celebrare l’arrivo della primavera.
Il festival che gli dedica l’associazione Al-Muniya di Marrakech ha avuto il merito di accendere i riflettori e trasformare la tradizione popolare in evento di cultura.
Jaâfar Kansoussi, presidente dell’Associazione Al-Muniya, sottolinea anche come si stia assistendo al passaggio della Zahria dal mondo privato della famiglia a quello delle cooperative, associazioni e luoghi culturali come i musei.
L’associazione, dice ancora Kansoussu, ha contribuito a trasformare ulteriormente questa cerimonia familiare e privata in un grande evento pubblico, culturale e festivo, e ha soprattutto reso omaggio alle donne che hanno mantenuto e perpetuato questa tradizione secolare.
Organizzata in collaborazione con il Ministero della Gioventù, della Cultura e della Comunicazione, il Consiglio della Regione Marrakech-Safi, il comune di Marrakech, nonché con diversi attori istituzionali e privati, questa 12a edizione, che si è aperta nei giorni scorsi proseguirà fino al 26 marzo, prevede il organizzazione di numerose “majliss”, le pratiche cerimoniali per la distillazione dei fiori d’arancio in scuole e palazzi, luoghi culturali dal forte simbolismo, oltre a spettacoli e corsi pratici di introduzione alla distillazione.
L’ambizione dell’Associazione Al Muniya, promotrice dell’evento insieme al Ministero della Gioventù, della Cultura e della Comunicazione, è di riuscire a inserire la Zahria nella lista Unesco del patrimonio culturale immateriale dell’umanità.