Di Teresa Montesiroli da Repubblica del 5 marzo 2020
Il destino del sovrano si ripete ogni notte: a bordo della Barca di Ra (Sole), il faraone attraversa il mondo dell’oscurità per assicurare al popolo il perpetuarsi dell’alba, giorno dopo giorno. Un viaggio lungo dodici ore e irto di pericoli, scandito dai rituali descritti nei versetti del libro dei morti e raccontato ai visitatori da una voce narrante che fin dalla prima sala li accompagna in cuffia. Tutto intorno, in modalità virtuale e immersiva, le immagini avvolgono lo spettatore dandogli l’illusione di prendere posto su quella stessa barca destinata ad assicurare al mondo il sorgere del nuovo sole, evento per nulla scontato nell’antico Egitto. È una storia avvincente quella che prende vita nelle sei stanze della mostra “Viaggio oltre le tenebre. Tutankhamon RealExperience” promossa dal Comune, Civita Mostre e Laboratoriorosso: un racconto lungo 45 minuti che indaga il mistero della morte per la civiltà egizia, convinta che la vita ultraterrena non fosse altro che la prosecuzione di quella quotidiana, seppur in una realtà idealizzata.
Per tutti gli uomini tranne che per il faraone, considerato una sorta di divinità, il quale rinunciava all’immortalità per compiere notte dopo notte il suo “viaggio oltre le tenebre”. A Palazzo Reale la cultura riparte. Rispettando le restrizioni imposte dall’ordinanza del governo oggi la mostra inaugura senza inaugurazione – e nemmeno conferenza stampa – accogliendo il pubblico con ingressi contingentati che garantiscano la distanza “di cortesia” e un massimo di dieci visitatori per sala, distribuendo cuffie sanificate a ciclo continuo da solerti custodi armati di spray disinfettante. Perché senza non avrebbe senso nemmeno entrare. Anzi il bello del percorso è proprio il racconto – documentato ma non nozionistico – che comincia varcata la prima porta con un’introduzione sulla civiltà egizia e i suoi rituali di sepoltura.
L’esposizione inizia in maniera tradizionale, con una piccola raccolta di reparti archeologici delle Collezioni civiche milanesi e del Museo archeologico di Firenze composta da statuine, papiri, rilievi, incisioni e vasi canopi dove venivano conservate le viscere del morto, appartenenti ai corredi funerari composti di oggetti indispensabili e voluttuari. Fra questi spicca il Corredo Busca, esposto per la prima volta integralmente, acquistato nell”800 dal marchese Carlo Arconati Busca Visconti oggi delle collezioni civiche di Milano: una mummia maschile di provenienza ignota, un sarcofago diviso in due parti che non appartengono alla stessa persona, e un meraviglioso papiro lungo 7 metri, databile alla XIX-XX dinastia e conservato nell’archivio dell’Ospedale Maggiore di Milano.
La prima parte si conclude con un altro gioiello, la statua del dio Amon concessa in prestito dalla Fondazione Fritz Beherens, nota per avere le sembianze del giovane Tutankhamon, il più famoso dei faraoni egizi, morto nel 1323 a.C. a soli 19 anni, unico sovrano di cui finora è stata trovata la tomba perfettamente integra con la celeberrima maschera e oltre 5000 oggetti di raffinata fattura, normalmente di casa al Museo dei Cairo, in questi giorni cuore di una mostra itinerante attualmente a Londra che l’anno scorso a Parigi ha raggiunto il record di un milione e mezzo di visitatori. A Tutankhamon è dedicata la seconda parte della mostra, interamente virtuale: in un primo ambiente viene raccontata l’avventura dell’archeologo Howard Carter che nel 1922 nella Valle dei Re fece la più grande scoperta archeologica di sempre portando alla luce la tomba del sovrano, in un secondo puramente immersivo sarà Tutankhamon a guidare il pubblico nel viaggio oltre le tenebre attraverso “50 proiettori installati nelle sale che fanno scorrere sulle pareti le scene del racconto – spiega Sandro Vannini di Laboratoriorosso – Una narrazione per immagini, musica e parole costruito grazie a un archivio che ho costruito in 20 anni di lavoro”.